Ecco la vignetta regalata a Portoghesi dal titolo “Dal Modernismo al Postmoderno” in cui sono rappresentati Le Corbusier e Paolo Portoghesi, immaginati come due bambini intenti a “giocare” con delle costruzioni. L’idea ironica e in apparenza “leggera” mira invece ad una riflessione profonda sul significato intrinseco del fare architettura; dove il Postmodernismo, aldilà poi del risultato (criticabile o meno) formale ed estetico della sua “poetica” ci da una lezione importante: la forma non è mai autoreferenziale ma è il risultato del relazionarsi (o del contrapporsi) di pochi elementi archetipi, cioè presenti fin dal principio del fare architettura, che rappresentano la “scatola dei giochi” da cui l’architetto attinge per creare la propria opera. Il messaggio è mostrare (attraverso l’ “infantilizzazione” dei protagonisti) la superficialità di voler trovare un modo “giusto” di fare architettura, come non c’è un giusto e sbagliato nella scelta dei giochi da parte dei bambini, ma dipende dalla sensibilità e dalla diversità di ognuno di noi..
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